I am a Journalist.
I have written for various newspapers: Espresso Online, Domani Editoriale, il Fatto Quotidiano, Notizie.it, TPI, Il Riformista, Money.it and Giornalettismo. To this day I write for Huffington Post and Il Gazzettino.
I am a journalist.
I am a Journalist.
In Europa il negoziato sul recovery fund non decolla e nel frattempo i contagi continuano a crescere. La seconda ondata, di cui si parlava già in pieno lockdown, è arrivata e non sembra placarsi. Nel frattempo però lo scenario europeo si complica: da un lato abbiamo alcuni stati come la Polonia che rifiutano di riconoscere i pieni diritti alla comunità lgbtq, dall’altra parte invece c’è la parità di genere che purtroppo non è stata ancora raggiunta. Non dimentichiamoci del dossier sul 5G molto caro alla Cina. Di tutto questo ne abbiamo parlato con la vicepresidente esecutiva della commissione europea Margrethe Vestager.
C’è stato un dibattito importante attorno al recovery fund, come mai l’Olanda all’ecofin non ha voluto accettare l’accordo? Inoltre hanno sospeso le discussioni di negoziazione al Parlamento Europeo: c’è un gran dibattito attorno alle risorse del bilancio europeo, come commenta quest’ultimo episodio?
È comprensibile la necessità di avere un dibattito, dovremo tutti ripagare questo debito, quindi dobbiamo discutere su come spenderemo questa somma, soprattutto perché sarà la nuova generazione a ripagarlo. È questo il movente, non è mancanza di empatia o di comprensione della difficile situazione che stiamo attraversando, si tratta di una preoccupazione seria. Non è così automatico spenderli in maniera intelligente questi soldi, dobbiamo essere sicuri di farlo. Io penso che le cose stiano andando bene, abbiamo una grossa somma grazie alla quale possiamo lottare contro il cambiamento climatico e investire nel digitale, così da avere una società migliore di quella Pre Covid.
Ci sono state molte discussioni anche su questioni bioetiche, ad esempio sui diritti della comunità lgbtq+: alcuni sostenevano che la Polonia per poter aver accesso al recovery fund, dovesse adattarsi ai diritti in vigore in altri paesi membri, lei cosa ne pensa?
Alcuni partiti in Polonia hanno dichiarato di non essere inclusivi nei riguardi della comunità lgbtq+, questo è davvero tremendo, ognuno deve essere libero di essere chi vuole essere. La prima cosa che abbiamo fatto è stata dire che non accoglievamo queste posizioni , l’Unione Europea non dirà mai a nessuno: “Tu qui non sei il benvenuto”. Poi abbiamo tolto dei fondi ad alcune cooperazioni nelle municipalità , per rendere ben chiaro che: “Questo non è l’accordo che abbiamo”.
La seconda cosa che stiamo facendo assieme alla Commissione Europea, il Consiglio Europeo e il Parlamento Europeo , è quella di stilare un accordo, per essere sicuri che ogni singolo paese membro rispetti quello che abbiamo deciso e i nostri valori. Se non lo fa, ci saranno conseguenze, anche economiche. Non puoi essere un membro dell’Unione Europea e prendere i soldi e basta, senza rispettare i nostri valori e le nostre decisioni.
Per riportare l’Europa ai livelli del PIL pre covid, ci vorrà molto tempo. Quanto tempo pensa che servirà per far sì che l’Europa si riprenda?
È molto difficile da dire, anche gli economisti non hanno un’idea chiara di come evolverà questa situazione, abbiamo avuto una ricaduta profonda che o andrà subito su di nuovo o sarà più graduale… Io penso che ci vorrà del tempo e che purtroppo sarà graduale. Il recovery fund è una grande opportunità che non tornerà di nuovo , dobbiamo digitalizzarci il più possibile ed essere preparati ai nuovi lavori che stanno arrivando nel campo digitale. Ci vorrà del tempo anche perché i numeri stanno tornando ad essere preoccupanti in molti paesi membri e questo ha dato un arresto all’ottimismo che stava crescendo molto e stava aiutando le trattative per partire in fretta con il recovery fund.
Sul 5G c’è un dibattito importante: sembra che la Germania imporrà nuove restrizioni che escluderanno Huawei. Qual è la sua posizione?
Ci sono due lati di sicurezza: innanzitutto la nostra sicurezza fisica, quindi non ammalarci. Io sto seguendo molto da vicino le ricerche e il 5G è meno dannoso del 4G, perché usa meno energia. Credo che potremo usarlo senza avere alcun rischio per la nostra salute. L’altro lato è che il 5G sarà molto importante per le nostre industrie e le aziende, dobbiamo essere sicuri che i network sappiano esattamente quello che stanno facendo, così che possano garantire la massima sicurezza: sarà il mezzo principale tramite il quale lavoreranno le nostre aziende e attività.
La competizione tra Cina e UE è molto forte, soprattutto nel campo tech. La Cina punta a dominate il mercato, come eviteremo che le compagnie cinesi prendano il sopravvento sulle nostre?
La relazione con la Cina è molto complessa, in un certo senso siamo in competizione con loro e dall’altro lato della medaglia è importante collaborare con loro. Soprattutto per quanto riguarda il cambiamento climatico dato che la Cina ha dei livelli altissimi di emissioni.
Dobbiamo lavorare con loro, altrimenti non saremo in grado di combattere il cambiamento climatico.
La nuova via della seta tra la Cina e altri 15 paesi membri sta facendo discutere molto i media: le compagnie cinesi non rispettano gli standard europei e anche gli investimenti cinesi non sono conformati alle normative fiscali europee. Come gestirà questa situazione Bruxelles?
Come ho già detto, abbiamo una relazione molto complessa con la Cina, io penso sia molto meglio quando lavoriamo insieme. L’Unione Europea comparata alla Cina è piccola: la Cina ha miliardi di abitanti, è meglio se andiamo tutti assieme, tutti e 27, al posto che andare in gruppi ristretti. Andare da soli senza l’Unione Europea non è la scelta migliore.
Come ha fatto a raggiungere una carica di potere così alta?
Non ho mai avuto un piano: secondo me quando pianifichi troppo cosa vuoi fare con la tua vita può capitare di porti dei limiti e di chiudere gli infissi, proibendoti distrazioni. Io penso invece che la vita sia anche concedersi distrazioni, questa è la storia della mia vita. Molte volte la peggiore cosa che ti possa capitare, non è la peggiore. Ho visto l’opportunità che stava arrivando e l’ho colta, ed ecco dove sono oggi. Penso sia fantastico che la presidente della commissione europea sia una donna, questo dimostra che le donne possono farcela ed essere di successo, qualsiasi donna può farcela, certo che può! Non c’è nulla di precluso alle donne, le donne possono andare dove desiderano. Anche nel campo tech ed informatico digitale, abbiamo bisogno di più donne, questi mestieri avranno una grande influenza su come il nostro futuro andrà a formarsi.
Come farà l’Unione Europea a raggiungere la parità di genere? Qual è l’attuale ruolo delle donne all’interno della UE?
È un tema centrale perché non abbiamo la parità di genere: non ce l’abbiamo quando si tratta di salario, c’è molto sessismo nella nostra società, non c’è parità nella governance. Ora nella commissione europea c’è parità di genere e stiamo lavorando per raggiungere parità anche nei ruoli senior: vorremmo che ci fosse più trasparenza, così che ognuno possa vedere con i suoi occhi la disparità salariale e possa negoziare : “ Perché se svolgo la stessa mansione del mio collega devo guadagnare di meno?” “Ah, è un uomo quindi prende più di me!”
Penso sia molto importante che tutti siano consapevoli di quello che accade, perché quando sai le cose, puoi entrare in azione e non lasciarle accadere. Prova solo ad immaginare se nel parlamento ci fosse solo il 17% di presenza femminile come nell’area tech con un 80% maschile, se fosse così nel governo, nel parlamento, in politica , ti chiederesti: “Ma perché sono solo uomini?” La stessa cosa vale per la tecnologia, forma le nostre vite, uomini e donne devono contribuire ad essa, indipendentemente dal genere.
Qual è il suo messaggio ai giovani che stanno cercando di programmare la loro vita e i loro studi in questa situazione di crisi?
Penso sia importante sapere che non sono soli: quando ci si trova in situazioni difficili , è infatti importante sapere che non si è soli. Non si è mai soli, ci sarà sempre qualcuno nella tua stessa situazione e ci sono anche le generazioni più grandi che ti potranno aiutare, chiedete una mano, fate cose assieme. La cosa migliore che tu possa fare è chiedere una mano agli altri, capiranno la tua situazione e ti aiuteranno. Insieme possiamo cambiare le cose.
Credit immagine: Johannes Jansson
La vice presidente Verstager: ”Non puoi essere un membro dell’Unione Europea senza rispettare le nostre decisioni”
Oggi si è riunito il consiglio europeo dei capi di governo, pare che si seguirà la linea del recovery fund, lei pensa che questo strumento sarà efficace?
Il recovery fund è un fondo agganciato al bilancio dell’Unione Europea che emette titoli. È un passo avanti, inizialmente l’Eurogruppo aveva intenzioni differenti, l’ammontare sembra essere abbastanza piccolo, a noi verrebbero 50 miliardi. Per avere un impatto economico – psicologico forte, più alto è l’importo, meglio è per tutti.
In conferenza stampa il presidente del parlamento europeo David Sassoli ha parlato di Europa come alibi per coprire inefficienze pubbliche e private (tema trattato ampiamente anche in alcuni suoi libri), lei cos’ha da dire a riguardo?
È molto facile dare la colpa a qualcun altro delle colpe proprie, c’è la tendenza a non riconoscerle e dare la colpa agli altri. In questo momento si da la colpa all’Europa, io rimango convinto che i principali problemi dell’economia italiana siano dovuti in primis a noi stessi. Se risolvessimo i nostri problemi , potremmo presentarci con più autorevolezza in Europa.
Abbiamo bisogno di più federalismo europeo?
Sicuramente, negli USA il bilancio federale è trenta volte tanto. Se vogliamo un’area euro più forte, è necessario un bilancio del 6 / 7% non del 1%. Per avere un’area monetaria che funzioni meglio, deve esserci un rafforzamento importante.
Oggi durante il suo intervento al Bundestag la cancelliera Merkel ha detto no agli Eurobond, secondo lei perché questa posizione così netta della Germania?
Il termine eurobond , significa essenzialmente rimpiazzare il debito dei singoli paesi. Perché il nostro debito pubblico dovrebbero sobbarcarselo i tedeschi? Ci sono pochi casi nella storia di mutualizzazione del debito.
Olanda 70% di commercio in meno, Spagna 20% di disoccupazione, in Italia 6,75 MLN di lavoratori a casa. Quali saranno i tempi di ripresa di questa crisi economica?
Per recuperare il livello di reddito che avevamo l’anno scorso, secondo il Fondo Monetario ci vorranno almeno due anni. Avremo una ricaduta del 9%… in realtà nessuno lo sa precisamente, è una crisi sanitaria in evoluzione, purtroppo. Prendiamo ad esempio l’epidemia della Spagnola , 50 milioni di morti, il recupero è stato molto rapido. Forse noi non siamo più disposti ad una perdita di vite umane tale per salvare l’economia e questo forse è anche un bene…
Questa è una crisi dei consumi e non della domanda, si è parlato molto di Helicopter Money, unico dubbio a riguardo, le persone potrebbero essere incentivate a risparmiare anziché a investire. Qual è la strategia più appropriata da perseguire?
Questa è una crisi di offerta e di domanda, crisi di offerta perché ovviamente se la gente sta a casa, non può andare a produrre. Se io do potere d’acquisto alle famiglie, questo ha perfettamente senso, ma se l’obiettivo è quello di rilanciare la domanda, c’è il rischio che questi soldi non vengano spesi. Lo stato dovrebbe comprare direttamente, fare investimenti pubblici, il problema è che ci vuole tempo per farlo. Bisogna sbloccare i cantieri e vedere che progetti infrastrutturali possiamo terminare subito.
Si è discusso molto del MES senza condizionalità destinato solo a spese di tipo sanitario, può spiegarci meglio la sua funzione?
Il MES è un ente originato tanti anni fa, era necessario per ridurre il deficit di alcuni paesi. Noi in questo caso dobbiamo aumentare il deficit pubblico ma dobbiamo trovare finanziamenti per farlo. L’unico vincolo che esiste è curare l’effetto diretto e indiretto della spesa sanitaria. Ci sono esperti giuridici che dicono sia contrario alle norme europee, per via di mancanza di condizionalità rigorose. Condizionalità rigorosa vuol dire che lo scopo del prestito deve essere raggiunto, io penso che già il fatto che sia finalizzato alla spesa sanitaria sia una condizione rigorosa, ovviamente dovranno esserci controlli. Un altro problema che è sorto , è il dubbio che la Commissione Europea e il Consiglio di Europa invitino i paesi ad entrare in un programma con condizionalità sui conti pubblici rigoroso. In realtà non c’è nessun obbligo da parte dell’Italia ad accettare quella raccomandazione, visto che non sarebbe nient’altro che una raccomandazione. Penso che la Commissione d’Europa difficilmente chiederebbe all’Italia di presentare un piano di aggiustamento e in ogni caso non centrerebbe nulla con il MES.